Adesso manganellate il Vaticano

Pietro Parolin, Segretario di Stato del Papa, ha detto chiaro e tondo che Israele sta compiendo una «carneficina». Ed ha citato la scrittrice Edith Bruck, ebrea sopravvissuta ad Auschwitz: «Ha rivolto critiche severe contro il primo ministro israeliano, affermando che “ha danneggiato gli ebrei della diaspora perché ha ridato vigore all’antisemitismo che non è mai scomparso ed ora è aumentato”».

Questa affermazione, ha scritto in una nota l’ambasciata di Israele in Vaticano, «è una dichiarazione deplorevole». Ed ha aggiunto che «giudicare la legittimità di una guerra senza tener conto di tutte le circostanze porta a conclusioni errate. Qualsiasi osservatore obiettivo non può non giungere alla conclusione che la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza sia di Hamas e solo di Hamas».

Il rabbino Riccardo Di Segni, la più alta autorità religiosa della comunità ebraica di Roma, ha inviato una lettera aperta al direttore di Repubblica, nella quale tra l’altro invita a «…resistere alla seduzione dei luoghi comuni, non seguire le idee, gli slogan e le ideologie appiattite alla moda. Sviluppare un senso critico. Cosa a cui dovrebbe educarci la scuola ma non so fino a che punto ci riesce». Ed ha lamentato che alle parole del cantante di Sanremo non ci sia stato «…alcun contraddittorio e che le sue parole sono passate come un messaggio di pace. Che invece di pace non è, è un linguaggio improprio, schierato, che sotto l’apparenza della misericordia e della condanna della guerra mescola le carte in tavola, sovverte la Storia.»

Si potrebbe continuare ricordando, tanto per dire, che Israele è sotto inchiesta per crimini di guerra, ed il suo primo ministro è in odore di un’indagine come criminale di guerra. E la lista dei paesi amici, delle personalità, degli artisti, degl’intellettuali che ogni giorno si stanno spendendo per chiedere un’immediata cessazione della carneficina messa in atto da Israele, si allunga in modo notevole. Per non parlare degli USA, che hanno anche avviato un’indagine per verificare se, con le armi da loro fornite ad Israele, siano stati uccisi civili palestinesi. Israele contro tutti. Israele contro il mondo.

L’isolamento nel quale gl’israeliani si sono andati a cacciare è tanto più grave perchè nasce, inizialmente, da una posizione corretta. Aveva (ed ha) ragione Israele quando vuole proteggere i suoi cittadini dagli attacchi dei terroristi di Hamas, i quali per primi hanno compiuto una carneficina di giovani israeliani. Ma non aveva (e non ha) ragione Israele quando, per combattere i terroristi, massacra 30.000 civili palestinesi. Esattamente come i massacri di Hamas, anche questo è inaccettabile. E non sarà accettato. Non sarà neppure dimenticato. Esattamente come la mostruosa giornata del 7 ottobre.

Essersi messa sullo stesso piano dei terroristi di Hamas. Comportarsi come loro. Dimostrare la stessa loro disumanità fa di Israele una vittima che si è trasformata in carnefice. Vànno colpiti i terroristi. Non un intero popolo. Ogni vita conta. Piangiamo i morti israeliani. Piangiamo i morti palestinesi. Siamo già a 30.000. Qual è il limite? Qual è il numero che, finalmente, vi mostrerà tutto quanto l’orrore che state scavando nella coscienza del mondo?

Per questo le parole diventano sempre più gravi. E pesanti. E non basta la successiva mini ritrattazione dell’ambasciata israeliana, la quale ha corretto la parola ‘deplorevoli’ con un più cauto ‘sfortunate‘, per abbassare la tensione. Anche le parole del rabbino Di Segni hanno una loro gravità. Perchè quando dice che invocare la pace sia solo effetto di una ‘ideologia di moda’ sta calpestando la coscienza di milioni di esseri umani che credono nel linguaggio della pace, e non della guerra e della violenza. Da qualsiasi parte provenga.

Ed al rabbino Di Segni vorremmo anche dire che, accanto all’orrore per il massacro di giovani israeliani colpevoli di nulla, ed al sequestro criminale di centinaia di cittadini israeliani innocenti, nessuno con un minimo di consapevolezza storica dimentica la quotidiana occupazione di territorio palestinese da parte dei famigerati coloni israeliani. Abituati a girare nelle zone occupate armati fino ai denti, protetti dall’esercito. Gente abituata a farsi giustizia sommaria senza temere alcun tribunale. Nè umano nè divino. Persone che rubano terra e risorse ai palestinesi, e spesso anche la vita. Sovverte la storia anche colui che finge di dimenticarsene, caro rabbino.

Due popoli due stati. E’ maturo il tempo per giungere a questo futuro, che potrebbe davvero portare la pace. Ma Israele continua a pensare esclusivamente alla vendetta punitiva di un intero popolo. Che non le permetterà di eliminare del tutto Hamas. E creerà una montagna di risentimento fra tutti coloro che hanno sofferto per colpa sua oggi. E domani potrebbero essere indotti a riprendere le armi contro di lei.

Migliaia di Israeliani chiedono ugualmente pace. E sono disponibili alla creazione di uno stato palestinese col quale poter progettare una vicinanza pacifica. Non esiste una prospettiva di futuro al di fuori di questo percorso. Rimanere ancorati ad una prospettiva di chiusura non farà bene a nessuno.

Tanto meno ad Israele.

LIBERAZIONE DI TUTTI GLI OSTAGGI ISRAELIANI. CESSAZIONE DEL FUOCO.

[Ave] 

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