Polenta uber alles

«L’Italia è restituita a se stessa e a Roma»

Questa è la frase incisa nell’aula del Senato della Repubblica italiana. Fu pronunciata dal re Vittorio Emanuele II il 27 ottobre 1871, in occasione dell’inaugurazione del Senato del Regno d’Italia. Ma da oggi, grazie alle destre sfasciste, l’idea stessa di Italia inizia a sfumare in qualcosa di impalpabile, inconsistente, inesistente.

Quella che vedete, invece, è l’immagine di leghisti esultanti per il voto favorevole a quella che chiamano, elegantemente, ‘autonomia differenziata’. Ma che in realtà significa fine dell’unità nazionale. Fine della patria Italia. Con buona pace dell’estrema destra meloniana, che (una volta) si emozionava davanti al tricolore.

L’immagine rilancia la vergogna ideologica di quella classe politica che ha sempre remato contro l’Italia. Che ha cambiato le parole, ma ha sempre pensato la stessa cosa. Secessione, federalismo, autonomia differenziata. Sempre la stessa solfa: contro l’Italia, contro gl’italiani.

Il solito egoismo controproducente che fa di ogni vicino un nemico. L’esaltazione ridicola di ogni particolarismo che non unisce nulla ma, al contrario, serve solo a creare barriere. Nord contro sud. Est contro ovest. Regione contro regione. E persino campanile contro campanile. Un neomedioevo che ci farà affogare tutti in un isolamento povero ed inutile.

Alla fine, i famosi forconi dell’umbèr li hanno tirati fuori. Sono 11. Sono gli undici articoli di legge appena approvati dal Senato.

Una volta avevamo paura di finire tutti democristiani.

E’ probabile che da adesso, almeno loro, finiranno tutti polentoni.

[Ave] 

*Immagine da nuovavenezia

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