Natalia. Fuga per la vittoria

[ Che fine hanno fatto le elezioni? / 2 ]

Ma dobbiamo proprio parlare del saluto? Ahimè, dobbiamo. Perchè faccenda nazionale, è diventata. Però vi avverto. Se pensate che andrò ad intrupparmi nelle tiritere retoriche, avete proprio sbagliato indirizzo. Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate, che qui si pensa liberamente. Alla faccia di tutti gli strumentisti che girano intorno, e nella, politica.

Ma prima, permettetemi. Un paio di pensierini che non troverete altrove. Perchè inutile girarci intorno. L’avvocato Daniele Natalia, sindaco uscente e ri-candidato sindaco, era l’uomo da battere. Ed è rimasto tale. Grazie ad una affermazione al primo turno convincente, sebbene non ancora decisiva. Se ripenso alle affermazioni di alcuni suoi strettissimi collaboratori *prima* del voto, quando andavano ripetendo con sicumera che «si vince al primo turno, tranquillo», il bicchiere sembra mezzo vuoto. Ma se si considera che Natalia la guerra vera ce l’ha avuta in casa, poichè ha dovuto affrontare uno scontro durissimo contro due fratellastri politici che, come lui, si sono fatti le ossa all’ombra del Fiorito sindaco, pare evidente che il bicchiere è mezzo pieno.

Così come, a livello nazionale, farete fatica a trovare chi non sia disposto a riconoscere abilità politico-comunicativa alla gioggia, ad Anagni bisogna riconoscere che Daniele Natalia ci ha saputo fare. Ha pensato ed organizzato la sua immagine politica in modo semplice ma diretto. Ed è riuscito a stravincere proprio lì dove avrebbe potuto straperdere: su Anagni. Si è mangiato tutto l’immobilismo e tutti i colpevolissimi ritardi di cinque anni di quasi-nulla, con una iperattività concentrata nell’ultimo mese. Mai, ad Anagni, c’era stata una batteria di inaugurazioni, inizi lavori, aperture, ristrutturazoni come in quest’ultimo mese precedente le elezioni. Non solo. Ha ribaltato il tavolo sulla faccenda biodigestore, oscurando il suo iniziale consenso ed esaltando la sua recente opposizione. Ha fatto finta che non c’è mai stata una frana in via Calzatora, che invece sta ancora lì, intatta, dopo quasi un biennio di disagi e di vergogna. Ed appena gli avversari hanno timidamente accennato alla questione ospedale, voilà. Lettera del governatore Rocca. Meglio ancora: il governatore Rocca in carne ed ossa a mettere ufficialmente la faccia sulla riapertura di alcuni servizi importanti presso l’ospedale cittadino. Che vogliamo farci? Applausi a scena aperta. La macchina del consenso di Natalia ha funzionato a meraviglia. Per ora.

Anche perchè vincente è sembrato proprio lui, Natalia. Abbigliamento sempre impeccabile: giacca e cravatta d’ordinanza non per sfoggio modaiolo, ma per il ruolo istituzionale. Come dire: il sindaco sono io. E la cravatta è per rispettare voi. Per non parlare dello sguardo, dell’espressione e della voce. Sempre sorridente, come se Anagni non avesse un solo problema al mondo. Sguardo e voce sempre affabili, quasi comprensivi, una specie di papà che ti vuole far sentire che starà sempre vicino a te. Devi solo chiedere, figlio mio. Bravissimo nell’evitare accuratamente ogni polemica. O, al massimo, ad entrarci appena appena, proprio in punta di piedi, ma rispondendo sempre col sorriso, e quasi scusandosi con gli elettori per essere stato ‘costretto’ a ristabilire la verità. Infine, la mossa vincente: mai un accenno alla dimensione ideologica della politica. Destra? Sinistra? Ignorate alla grande. Unico obiettivo è stata la città. Anagni ha spazzato via tutto. Non disturbare l’autista. Vuole guidare la città per altri 5 anni.

Tutta la campagna elettorale di Natalia è stata organizzata sul concetto-mito dell’efficienza. Ho già fatto tanto, come potete vedere. Continuerò a fare bene. Ma altrettanto importante è stato il tono col quale ha voluto diffondere tale messaggio. Che è stato sempre tranquillizzante. Tutta la persona Natalia, nella voce nello sguardo persino nei gesti, ha giocato per rassicurare, per smorzare, per moderare. Poichè sono un gentiluomo, vi dimostro che sono responsabile. Anagni è la cosa più importante, e la tratto di conseguenza. Daniele Natalia ha cercato, letteralmente, di infondere fiducia. A quanto pare, almeno per il primo turno, questa fiducia gli è stata restituita dai cittadini.

Eppoi è arrivato il saluto.

Ma adesso non me ne tiè. Dovrete aspettare il prossimo treno.

Prometto. Passerà moto prima che la fuga di Daniele si trasformi in vittoria.

[Ave]

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