Lo strano caso del partito democratico

[ Che fine hanno fatto le elezioni? / 7 ]

Siete amanti del mistero? Degl’intrighi che sfociano nell’horror? Se la risposta è SI, allora benvenuti nel capolavoro di queste elezioni amministrative: lo strano caso del partito democratico. Un partito che prima perdeva anche se vinceva. Ed oggi può vincere anche se perde.

Ve lo devo confessare: sono stato a lungo indeciso se dìrvele, due paroline sul pd, oppure far finta di niente. Da una parte, infatti, parlare del pd significa fondamentalmente criticarlo per metterne in evidenza le insufficienze. Dall’altra, però, ho già detto che erano almeno vent’anni che non mi sentivo (ri)attratto dal pd, e per questo ho dato sostegno al circolo locale nelle recenti amministrative. Questo mi ha offerto l’occasione di vedere più da vicino. Mal me ne incolse! Ho scoperto tutta l’infinita profondità del detto: occhio non vede, cuore non duole. Purtroppo io ho visto.

Poichè ho il grande orgoglio di non vergognarmi mai delle mie scelte, neppure quando esse risultano sbagliate, e son costretto a correggerle, vi farò una seconda confessione. Avevo ipotizzato che al termine di queste elezioni, concretizzandosi un paio di precondizioni per me irrinunciabili ed inderogabili, mi sarei iscritto al pd. Com’è andata a finire? Tiremm innanz.

E comunque che sia chiaro. Si parla dell’ipotesi partito democratico perchè la Sinistra, almeno quella che doveva essere, qui ad Anagni ha pensato bene di *non* partecipare alle elezioni. Nè direttamente, nè indirettamente. Anzi. Qualcuno, rimasto a presidiare il nulla, s’è persino vantato della scelta astensionistica. Legittima sempre, ma anche sempre tristissima, perchè non costruisce niente. Non sono pochi gli esuli che si sono sentiti abbandonati, traditi dal partito politico di riferimento. A cosa può servire mai un partito che non fa politica e che, in aggiunta, non si presenta neppure alle elezioni? Speriamo che le recenti piogge, violente, non abbiano danneggiato troppo l’orticello. Recinzioni comprese.

Ma torniamo al pd, che almeno questa è una storia che ha ancora qualcosa da raccontare, qualechesia. Ad Anagni il partito democratico ha scelto di far parte della coalizione guidata da Luca Santovincenzo. Scelta legittima e, direi, quasi obbligatoria, viste le basi politiche (destre) delle altre coalizioni. Questa scelta, però, il circolo di Anagni l’ha pagata molto, molto cara. Perchè un pugno di ribelli, figure storiche del partito, non hanno voluto accettare di essere minoranza, e non si sono voluti piegare. Hanno così scelto di allontanarsi dal pd, e si sono candidati in una coalizione *contro* il pd.

Il risultato personale ottenuto da questi ribelli, soprattutto in un caso, è stato brillante. Infatti, il partito qui ad Anagni è sceso ben al di sotto dei 1000 voti: il risultato peggiore da tempo immemore.
Dunque è evidente che il pd, qui da noi, le elezioni le ha perse. Anzi: le ha straperse. Ma. Il circolo locale ha difeso con orgoglio la propria esistenza democratica. E l’ha fatto resistendo alle pressioni pesantissime che gli sono state scaricate dal basso e dall’alto. I ribelli, infatti, hanno fatto tutto il possibile per trascinare il partito nella coalizione da loro scelta, quella di Cardinali, contando sull’alleanza di alcuni settori a livello provinciale e regionale del pd, che sono intervenuti non per sostenere il circolo di Anagni, ma per sostenere la scelta dei ribelli.

Quando è stato ufficiale che proprio Cardinali sarebbe andato al ballottaggio, al circolo pd di Anagni è corso un lungo, lunghissimo brivido lungo la schiena. Per due motivi diversi, ma concomitanti verso un unico destino politico. Da una parte, la possibile vittoria di Cardinali sarebbe stata la vittoria dei ribelli del partito. Con la conseguente promozione di qualcuno a ruoli di prestigio nella futura amministrazione. E con il rischio che il circolo di Anagni potesse subire una specie di ‘riconquista’ da parte dei ribelli, magari sotto forma di un commissariamento guidato da Frosinone. Dall’altra parte i voti conquistati dai ribelli, aggiunti al consenso ottenuto dal pd, avrebbero permesso all’intera coalizione di Luca Santovincenzo di arrivare seconda, e quindi di giocarsela al ballottaggio contro Natalia. Quindi al tempo stesso grande paura ma anche grande rabbia.

Abbiamo visto tutti com’è andata a finire. Cardinali ha perso. E, con lui, hanno perso anche i ribelli. Grande sospiro di sollievo (politico) da parte del pd locale. Il quale le elezioni le ha indubbiamente perse (straperse) dal punto di vista matematico, del consenso. Eppure, allo stesso tempo, le ha vinte (stravinte) dal punto di vista politico. Perchè, come dice orgogliosamente il comunicato uscito dal circolo locale, ai ribelli son rimasti pacchi di voti con i quali non potranno fare assolutamente nulla. In una parola: inutili ed inutilizzabili. Un consenso defluito insieme alle piogge di questi pomeriggi umidi. Invece il partito democratico di Anagni, sebbene dimagrito nei numeri, potrà iniziare a raccogliere i frutti di una resistenza che ha fatto chiarezza. Motivo di orgoglio identitario anche all’interno della coalizione, se si pensa alle idiote resistenze di qualcuno all’ingresso del pd.

Riusciranno i nostri eroi a fare spazio, a tenere aperte le porte, ad accogliere nuove forze e nuove disponibilità? Riusciranno a dare voce concreta al desiderio di cambiamento del partito democratico, che deve ritrovare il filo spezzato di un progressismo da costruire insieme ai cittadini, per il bene collettivo?

Provo ad affidarmi all’ottimismo della speranza. Vi terrò aggiornati.

[Ave]

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